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Allergeni occulti nelle reazioni allergiche mortali

Allergeni occulti nelle reazioni allergiche mortali

Allergeni occulti nelle reazioni allergiche mortali

Intervento di Mauro Minelli AdnKronos

L’allergia alimentare è una reazione anormale e immediata del sistema immunitario che produce anticorpi specifici – chiamati “IgE” – verso un determinato alimento. I possibili quadri clinici possono variare da sintomi gastrointestinali, cutanei e respiratori, fino a reazioni generalizzate e talvolta drammatiche, come lo shock anafilattico.

La popolazione pediatrica è la più esposta a tali problematiche, sia per l’alta incidenza di allergia alimentare tra i bambini, sia per il rischio, in quella fascia di età, di entrare in contatto con alimenti contenenti ‘allergeni nascosti’. Partendo dal recente caso di cronaca nera della bambina di 9 anni morta a Roma dopo aver mangiato un piatto di gnocchi, l’immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione all’Università Lum, riflette su AdnKronos sull’importanza del glutine, componente base della nostra alimentazione, e sul suo ruolo come possibile responsabile di gravi reazioni allergiche.

La celiachia e altre patologie del glutine

Nonostante diete controllate e allergy-safe e malgrado normative stringenti, le cronache continuano ad informarci di accadimenti riferiti a persone molto giovani che incorrono in reazioni allergiche mortali dopo aver ingerito del cibo apparentemente innocuo ma contenente allergeni occulti che, prima del pasto, non erano stati opportunamente “smascherati”. Quando si parla di glutine il riferimento alla malattia celiaca è immediato. In realtà, questo complesso proteico può rendersi responsabile di patologie diverse oltre alla celiachia, tra le quali spicca la Non Celiac Gluten Sensitivity, condizione clinica caratterizzata dall’insorgenza di sintomi correlati all’ingestione di glutine in quantità superiore a quella eventualmente tollerata dal soggetto interessato. In questi casi la remissione o, quanto meno, una decisa attenuazione dei disturbi tende a manifestarsi con l’adozione di un regime dietetico a basso tenore di glutine, in documentata assenza di malattia celiaca o allergia al grano.

Esistono, infatti, condizioni patologiche nelle quali il glutine può evocare vere e proprie risposte allergiche con quadri clinici di allergia respiratoria o di orticaria ovvero con vere e proprie reazioni di anafilassi grano-dipendente.

  • Forme di asma bronchiale e/o rinite descritte nelle categorie professionali esposte al grano (panettieri, fornai, pizzaioli) dopo inalazione di farina (Baker’s asthma), anche se in questi casi i pazienti, generalmente, tollerano l’ingestione del grano.

 

  • Altre tipologie di anafilassi grano dipendente sono indotte da esercizio fisico (Wheat-Dependent Exercise-Induced Anaphylaxis) e causate dalla sensibilizzazione ad alcune proteine del grano e le cui manifestazioni cliniche si verificano durante attività fisica effettuata entro 4-6 ore da pasti a base di derivati del grano, ma con buona tolleranza dei farinacei ingeriti a riposo.

 

  • Infine, c’è l’allergia alimentare alle proteine del grano che si manifesta nel 6-8% della popolazione pediatrica, spesso associata ad una serie di sintomi che tendono a manifestarsi in sequenza dalla dermatite atopica, a disturbi digestivi, a disturbi respiratori e fino all’anafilassi. In un terzo dei bambini interessati, l’allergia persiste oltre i 12 anni di età e il ritardo nell’introduzione del grano nella dieta sembra favorirne lo sviluppo. In oltre il 95% dei casi, tuttavia, questa forma allergica regredisce intorno ai 16 anni. Nella popolazione adulta, l’allergia alle proteine del grano si manifesta con prevalenti sintomi cutanei, respiratori e anche cardiovascolari e spesso si associa al quadro clinico dell’esofagite eosinofila. In oltre il 50% dei pazienti è presente una sensibilizzazione allergica a Graminacee, spesso non rilevante sul piano clinico. Diverse sono le proteine responsabili di queste forme di allergia, tra le quali vanno menzionate le molecole LTP, le glutenine ad alto peso molecolare, gli inibitori alpha amilasi e della serinproteasi.

Prevenzione, informazione e responsabilità condivisa per salvare vite

Per fronteggiare le allergie alimentari è essenziale adottare protocolli diagnostici avanzati e rigorose misure di prevenzione. Ogni paziente allergico dovrebbe disporre di un piano d’emergenza scritto, che includa le istruzioni per l’uso di farmaci salvavita, come l’adrenalina autoiniettabile.

Questo per dire che anche al paziente allergico, o ai suoi tutori, competono obblighi specifici che non possono non prevedere il fedele e convinto allineamento al regime dietetico prescritto, evitando decisioni autonome o pratiche “fai da te” e rispettando con rigore e coerenza tutte le indicazioni, fornite da medici e nutrizionisti tra loro interconnessi, inerenti alle abitudini alimentari in casa e fuori casa e gli stili di vita.

Sarà, inoltre, cura del paziente o dei suoi tutori leggere con attenzione le etichette, rilevare eventuali allergeni nascosti, oltre a riconoscere e soppesare con attenzione possibili sintomi predittivi di un’eventuale reazione avversa (prurito montante, orticaria, edemi, fame d’aria, difficoltà a deglutire, alterazione del tono della voce). Dovrà, inoltre, essere cura del paziente o dei suoi tutori dichiarare sempre la propria allergia ai gestori della ristorazione richiedendo, semmai, la carta degli ingredienti utilizzati per la preparazione dei pasti prima della loro assunzione. Piccole regole di un’alleanza tra pazienti, tutori e medici che, se rispettate con cura e costanza, sono destinate a sortire benéfici effetti. La prevenzione, l’informazione e la responsabilità condivisa restano le chiavi per evitare errori dalle conseguenze drammatiche.

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